Presepe Vivente di Lanzada Vetto, Valmalenco, Valtellina, Italy

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(in allestimento)

Parrocchia di Lanzada

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Edizione 2016-2017 - La Provincia di Sondrio

Articolo pubblicato sulla "Provincia di Sondrio" del 30 Dicembre 2016 di Riccardo Roversi


Si è svolta ieri sui prati della frazione Vetto la seconda rappresentazione del Presepe vivente di Lanzada.
Da applausi a scena aperta. Vale la pena raccontarlo, soprattutto per chi ancora non è andato ad ammirarlo.


Chi si aspetta il classico Presepe vivente si sbaglia, è qualcosa di più: una rappresentazione teatrale, sì, si può dire; quasi un film sotto il cielo stellato della Valmalenco.
Il protagonista? Il senso della vita. Il tema? Lo scoprirete leggendo.
Come in una trilogia di Kieslowski, tre storie si intrecciano per dare vita a un unico racconto.
Come in uno di quei famosi giochini dell’enigmistica, unendo i puntini, che la regia sapientemente dissemina durante i 20 minuti della rappresentazione, ne esce uno splendido quadro.

Il Presepe di Lanzada vuole regalare emozioni, suggestioni e spunti di riflessione: obiettivo centrato in pieno.
Si inizia puntuali, alle 20.45; Don Andrea Del Giorgio, in veste di presentatore, accoglie il numeroso pubblico:
«l’edizione numero 26 del Presepe vivente vuole ispirarsi alla figura di Madre Teresa di Calcutta.

La conosciamo come la Santa della carità; forse è più vero chiamarla la Santa della vita; colei che si è occupata delle vite che tutti scartano, che tutti vogliono buttare via: le vite dei malati, degli anziani ma soprattuto le vite dei bambini che non sono voluti e così non nascono».
Tre storie vengono intrecciate tra loro: le scene del Vangelo, Madre Teresa e la storia di due giovani di oggi, Gloria e Marco. «Vogliamo seguire queste storie - conclude Don Andrea - sapendo che il Presepe nasce come preghiera, la preghiera è ascolto e l’ascolto presuppone il silenzio».

E proprio come in una trilogia di Kieslowski, ognuno dei tre racconti potrebbe essere storia a sé; ma seguendo attentamente lo svolgimento della rappresentazione si intuisce un filo sottile che le unisce; è un continuo balzo indietro e in avanti nel tempo, un mix tra passato e presente che vuole proiettarsi al futuro, sperando che gli anni a venire possano essere migliori. Sulle delicate note di Marriage d’amour, nella versione di George Davidson, l’ Arcangelo Gabriele annuncia a Maria la maternità.


L’elemento che rende questo Presepe unico nel suo genere arriva qualche minuto più tardi; le luci dei riflettori si spostano su Gloria, una giovane studentessa; scopre di essere incinta, non sa cosa fare:

«a chi lo dico? Alla mamma? A Marco? Devo capire cosa fare prima che la notizia arrivi a scuola e mi prendano in giro tutti».

La scena cambia ancora, si ritorna a Betlemme. Giuseppe pensa di essere tradito,
l’Arcangelo Gabriele gli comunica che il concepimento di Gesù è opera dello Spirito Santo;
Erode ordina un massacro di bambini allo scopo di uccidere Gesù.


La scena della caccia ai bambini, inseguiti dai centurioni romani colpisce, non vi è dubbio;
flashforward, si torna ai giorni nostri, Gloria ha informato Marco:
«Lo sai benissimo, è un tuo diritto, un nostro diritto»
«Aborto? Ma non è un assassinio? - chiede Gloria - Lui vorrebbe vivere, se potesse.
Io non lo voglio questo bambino, ma se guardo nel secchio della spazzatura di quell’ospedale mi sento male, è come se fosse una strage di innocenti»;

Marco, novello Erode, è il sottile filo che unisce le due epoche; a distanza di migliaia di anni, il tema dell’aborto smuove ancora le coscienze di tutti.
Entra in scena Madre Teresa, su uno schermo scorrono le immagini del suo celebre discorso dell’11 dicembre 1979 a Oslo, in occasione del ritiro del Nobel per la pace: «il più grande distruttore di pace oggi è il crimine commesso contro un innocente bimbo non nato; se una madre può uccidere il suo bimbo, nel suo grembo, cosa mi impedirà a me e a te di ucciderci a vicenda?».

Viene declamato l’Inno alla vita, uno dei testi più famosi di Santa Teresa di Calcutta. «La vita è preziosa, abbine cura. La vita è la vita, difendila».

Si replica lunedì 2 gennaio alle 18.00 e alle 18.30, mercoledì 4 gennaio alle 20.45 e alle 21.15 e venerdì 6 gennaio alle 18.00 e alle 18.30. La rappresentazione si svolge a Vetto; si parcheggia l’auto in località Pradasc dove sono disponibili pulmini navetta per raggiungere il Presepe.
Il tempo di percorrenza a piedi è d circa 10 minuti.

Per informazioni: www.presepelanzada.it
Riccardo Roversi

Data 01/01/2017
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